Quando ci si approccia alla stesura di un testo finalizzato al…
Gli errori più frequenti della lingua italiana
Non solo il parlato: anche il web è il covo di strafalcioni e regressioni sull’uso della nostra lingua
Mi piace, mio malgrado, vederla in questo modo: regressione. Sì, perché secondo me di vera regressione si tratta.
Gli errori dilaganti in merito all’utilizzo della lingua italiana – sia di semantica, ortografia, grammatica – non hanno nulla di innovativo e anzi sono sintomo di una sempre minor cura e di una minor attenzione a quelle che sono le fondamenta della nostra lingua, la lingua italiana.
La cosa che mi lascia molto perplessa è che spesso sono proprio i content manager, i web editor e i copywriter a compiere errori più o meno gravi: quindi, cari colleghi, non vogliatemene, ma se è vero che errare è umano e che una revisione frettolosa può giocare brutti scherzi, molte volte non si tratta affatto di distrazioni, ma di “sviste consolidate”.
E poi ci sono gli utenti, i “non professionisti” della scrittura: anche in quel caso se ne vedono delle belle, e soprattutto tra i giovani e i giovanissimi è diffuso uno “slang” settoriale, pieno di abbreviazioni, di aggiustamenti, di… orrori.
Quali sono gli errori più comuni e diffusi nel web in merito alla lingua italiana?
Consultando siti di vario genere, si vedono errori di ogni tipo nell’uso della lingua italiana… ma qualcuno è più ricorrente e preponderante di altri.
Siccome provo orrore nello scriverli, mi limito a riportare la versione corretta spiegando accanto dove sta l’errore.
Pronti con l’elenco degli errori più diffusi della lingua italiana che si trovano leggendo in internet (e non solo)? VIA!
- Perché, affinché, poiché: si trovano troppo spesso scritti con l’accento sbagliato, ovvero con l’accento grave (che è l’accento grafico più utilizzato nella nostra lingua). In realtà essi vanno scritti con l’accento acuto;
- Qual è: e l’apostrofo? No, l’apostrofo non ci va! L’Accademia della Crusca ci spiega bene il perché;
- Soprattutto: ebbene sì, si scrive con la “doppia t” per ben due volte;
- Un po’: apostrofo, non accento grazie! Po’ infatti è un troncamento (da “poco”);
- Dà: la terza persona singolare dell’indicativo del verbo “dare” vuole l’accento! Il “da” senza accento è invece una preposizione semplice. Nel caso della seconda persona dell’imperativo (es. “Da’ una mano a tua mamma”) è invece necessario l’apostrofo;
- Fa: la terza persona singolare dell’indicativo del verbo “fare” invece l’accento non lo vuole… quante complicazioni 🙂 Anche in tal caso, diverso il discorso di “Fa’” alla seconda persona dell’imperativo (es. “Fa’ il bravo”): lì l’apostrofo va bene;
- Sì: il contrario di “No” vuole l’accento;
- Né questo, né quello: anche in tal caso, ci vuole l’accento acuto;
- D’accordo: sì all’apostrofo prima di “accordo”;
- Sta: nessun accento né apostrofo (es. “Sta bene”).
Mi fermo qui.
Per chi avesse dei dubbi: online si trovano tantissimi tutorial e spiegazioni enciclopediche sul corretto uso della lingua italiana. Ovviamente bisogna distinguere tra le fonti attendibili e quelle non attendibili. Se avete bisogno di consulenza in merito, contattatemi!
Buongiorno…
Essendo un grande peccatore della lingua italiana, mi fa piacere leggerla.
Quello che mi dispiace è trovare nei suoi commenti frasi in inglese, non facenti parte della nostra madre lingua.
Buona giornata.