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Gli errori più frequenti della lingua italiana

Non solo il parlato: anche il web è il covo di strafalcioni e regressioni sull’uso della nostra lingua

Mi piace, mio malgrado, vederla in questo modo: regressione. Sì, perché secondo me di vera regressione si tratta.

Gli errori dilaganti in merito all’utilizzo della lingua italiana – sia di semantica, ortografia, grammatica – non hanno nulla di innovativo e anzi sono sintomo di una sempre minor cura e di una minor attenzione a quelle che sono le fondamenta della nostra lingua, la lingua italiana.

La cosa che mi lascia molto perplessa è che spesso sono proprio i content manager, i web editor e i copywriter a compiere errori più o meno gravi: quindi, cari colleghi, non vogliatemene, ma se è vero che errare è umano e che una revisione frettolosa può giocare brutti scherzi, molte volte non si tratta affatto di distrazioni, ma di “sviste consolidate”.

E poi ci sono gli utenti, i “non professionisti” della scrittura: anche in quel caso se ne vedono delle belle, e soprattutto tra i giovani e i giovanissimi è diffuso uno “slang” settoriale, pieno di abbreviazioni, di aggiustamenti, di… orrori.

Quali sono gli errori più comuni e diffusi nel web in merito alla lingua italiana?

Consultando siti di vario genere, si vedono errori di ogni tipo nell’uso della lingua italiana… ma qualcuno è più ricorrente e preponderante di altri.

Siccome provo orrore nello scriverli, mi limito a riportare la versione corretta spiegando accanto dove sta l’errore.

Pronti con l’elenco degli errori più diffusi della lingua italiana che si trovano leggendo in internet (e non solo)? VIA!

  1. Perché, affinché, poiché: si trovano troppo spesso scritti con l’accento sbagliato, ovvero con l’accento grave (che è l’accento grafico più utilizzato nella nostra lingua). In realtà essi vanno scritti con l’accento acuto;
  2. Qual è: e l’apostrofo? No, l’apostrofo non ci va! L’Accademia della Crusca ci spiega bene il perché;
  3. Soprattutto: ebbene sì, si scrive con la “doppia t” per ben due volte;
  4. Un po’: apostrofo, non accento grazie! Po’ infatti è un troncamento (da “poco”);
  5. Dà: la terza persona singolare dell’indicativo del verbo “dare” vuole l’accento! Il “da” senza accento è invece una preposizione semplice. Nel caso della seconda persona dell’imperativo (es. “Da’ una mano a tua mamma”) è invece necessario l’apostrofo;
  6. Fa: la terza persona singolare dell’indicativo del verbo “fare” invece l’accento non lo vuole… quante complicazioni 🙂 Anche in tal caso, diverso il discorso di “Fa’” alla seconda persona dell’imperativo (es. “Fa’ il bravo”): lì l’apostrofo va bene;
  7. Sì: il contrario di “No” vuole l’accento;
  8. Né questo, né quello: anche in tal caso, ci vuole l’accento acuto;
  9. D’accordo: sì all’apostrofo prima di “accordo”;
  10. Sta: nessun accento né apostrofo (es. “Sta bene”).

Mi fermo qui.

Per chi avesse dei dubbi: online si trovano tantissimi tutorial e spiegazioni enciclopediche sul corretto uso della lingua italiana. Ovviamente bisogna distinguere tra le fonti attendibili e quelle non attendibili. Se avete bisogno di consulenza in merito, contattatemi!

Questo post ha un commento

  1. Buongiorno…
    Essendo un grande peccatore della lingua italiana, mi fa piacere leggerla.
    Quello che mi dispiace è trovare nei suoi commenti frasi in inglese, non facenti parte della nostra madre lingua.
    Buona giornata.

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